Grazie infinite all'amico FILIPPO BOVO per la sua attenta analisi! Oggi visita di Stato a Roma del Ratto Numero 1, Abdul al Jalil, per incontrare Sua Eccellenza Massonica Mario Monti. Intanto a Bengasi il popolo si solleva contro di lui e la cricca del CNT. Durissima la repressione da parte dei ratti ribelli, che però non suscita lo scandalo di nessuno: anzi, siccome costoro sono i governanti "democratici", meglio coprire le loro malefatte standosene zitti e facendo finta di niente. Poco importa se poi picchiano, rubano e ammazzano per davvero: in fondo lo fanno per noi. Ecco a voi sviscerata in tutta la sua ignominia, signori miei, l'ipocrisia dei liberal e dei democratici della "superiore civiltà europea"!
A sinistra ci sono delle quinte colonne dell'imperialismo e del capitalismo guerrafondaio che non hanno avuto nulla da ridire (oppure si sono opposte solo blandamente ed ipocritamente) quando la NATO ha violato la sovranità della Libia radendola al suolo e causando lo sfollamento di 2,5 milioni di libici e la morte sotto i bombardamenti di altri 150mila. Essi non gradivano il regime di Gheddafi e questo bastava ed avanzava, ai loro occhi, per giustificare l'aggressione che la NATO e i suoi ribelli avevano sferrato alla Libia. Adesso in Libia, sotto il saggio, democratico e progredito governo dei ribelli, la Sharia è il fondamento dello Stato, le donne sono state dichiarate inferiori agli uomini, il paese tratterrà solo il 25% dei proventi derivanti dall'estrazione del petrolio contro il 90% di prima, e verranno a breve impiantate basi militari americane, francesi ed israeliane. Indubbiamente hanno trionfato gli ideali della sinistra: ci sono più giustizia, più democrazia e più libertà! Ecco cosa sono questi sinistrati: degli ipocriti "liberal" e "democratici", malati d'eurocentrismo, frutto degenere della stessa cultura che ha già partorito il colonialismo, l'imperialismo, il mondialismo e tante altre porcherie di questo genere. Dal PD al Manifesto, è sempre la stessa e identica marmaglia. Gente da spedire in Siberia a calci in culo,"non scordiamoci che è stato violato il comma 7 dell'articolo 2 e l'articolo 39 della Carta delle Nazioni Unite (la Libia aveva una guerra civile, non minacciava altri Stati) , e sono stati entrambi violati da una No-Fly zone che é stata a sua volta violata da una Bomb-Fly zone.
Questo lo dico per quei sinistri merdaioli che parlano di rispetto della legalità e della legge e del rispetto della costituzione italiana, salvo poi violare l' art. 11 della costituzione italiana assieme alla Carta delle Nazioni Unite. Rinfacciamogli questa cosa."
venerdì 16 dicembre 2011
venerdì 9 dicembre 2011
LIBIA:L'ALTRA STORIA DELLA GUERRA (intervista a Paolo Sensini) pubblicata da Lo sai il giorno mercoledì 30 novembre 2011 alle ore 20.03
La guerra in Libia è finita. Questo almeno raccontano, o non raccontano, i media internazionali. Il dittattore è morto, la democrazia ha trionfato e adesso si lavora alla costruzione della nuova Libia. Ci sono, però, voci fuori dal coro. Una di queste è quella di Paolo Sensini, saggista e scrittore, autore del libro Libia 2011, edito da JacaBook. Sensini, intervistato da PeaceReporter, racconta le sue indagini sui motivi reconditi di quella che ritiene un'azione volta ad eliminare Gheddafi e delle motivazioni che ne hanno deciso la fine. Dopo aver visto di persona la situazione, in quanto membro della Fact Finding Commission on the Current Events in Libya.
Com'è la situazione in Libia?
Il caos, con il Paese - come diceva qualcuno - riportato all'età della pietra e sull'orlo di una crisi umanitaria. In un Paese, piaccia o meno, che prima era un'eccezione positiva nella regione. Adesso si assiste a una sorta di guerra di tutti contro tutti, dove la situazione è degenerata non solo tra i ribelli e i lealisti, ma anche all'interno dello schieramento degli insorti. Non so se era stato previsto o meno, ma di sicuro era largamente prevedibile. Arrivano, ogni giorno, notizie di scontri armati tra fazioni per l'egemonia all'interno del Consiglio Nazionale di Transizione (Cnt). Come ho ampiamente documentato nel libro, tra queste fazioni, la componente preponderante è quella legata ad al-Qaeda e all'islamismo fondamentalista. Rispetto ai lealisti, invece, si è avuta notizia negli ultimi giorni di un forte contingente (circa 33mila uomini) che si è ricompattato e ha dato battaglia a Zawiah e in altre zone. E credo che questa sarà una fase molto lunga.
Questo quadro potrebbe essere dovuto alla mancanza, come già accaduto in Iraq e in Afghanistan, di una strategia di lungo periodo, che dovesse prevedere gli scenari una volta che il regime fosse stato rovesciato?
Il progetto c'era come c'era anche in altri conflitti. Ed era proprio quello di gettare nel caos un Paese del quale tutti conoscevano la composizione sociale. Un sistema tribale nel quale, a differenza di quanto si è raccontato, esisteva un equilibrio differente da quella che secondo parametri nostri chiamiamo dittatura.
E' più corretto parlare di un primus inter pares, che per altro non ricopriva alcuna carica politica ufficiale. Gheddafi era la guida, una figura carismatica, che in quanto leader della Rivoluzione teneva in equilibrio un mondo di un centinaio di tribù differenti. Gli analisti, tutto questo, lo sapevano benissimo. Dal mio punto di vista l'obiettivo, fin dall'inizio, era questo caos. Il primo gruppo di ribelli, molto ridotto, a Bengasi si sono inseriti in un colpo di Stato classico. Se un gruppo armato assalta edifici pubblici, in qualsiasi Paese, esercito e polizia reagiscono. Gli analisti sapevano dall'inizio che a questo gruppo mancava la forza di imporsi alle tribù in Libia. Quelle della Tripolitania e del Fezzan mai avrebbero accettato, e mai accetteranno, di essere dominate da questo piccolo gruppo della Cirenaica, che rappresenta circa il 25 percento della popolazione libica. Quando si è deciso di appoggiare questa cosiddetta rivolta, il piano più che evidente era quello di destabilizzare un Paese.
Secondo lei per quale motivo si è deciso di liberarsi di Gheddafi?
Di sicuro le sue scelte in campo petrolifero hanno influito nella decisione di rimuoverlo. A culmine di una lunga storia, che inizia con la rivoluzione del 1969 e con la nazionalizzazione di gas naturale e petrolio. Come c'entra di sicuro la monumentale opera idrica realizzata, negli anni Ottanta, il Grande Fiume artificiale, che fa gola a molti. La partita più grossa però, a mio avviso, come dimostro nel mio libro, è la politica di Gheddafi con l'Unione Africana. Della quale il Colonnello era l'artefice, il motore propulsore. Lavorando a un'unione doganale africana, con una banca centrale e un fondo monetario africano, in una prospettiva unica nella storia di dare all'Africa una propria politica di sviluppo lontana dalla politica colonizzatrice delle grandi potenze. Lavorava già alla moneta unica: il dinaro d'oro. Un'iniziativa già in fase avanzata che ora viene affossato in modo decisivo. Il primo passo era già stato compiuto, togliendo dalla circolazione il Franco CFA, utilizzata da quattordici ex colonie francesi. Mossa per la quale il presidente francese Nicholas Sarkozy accusò Gheddafi di terrorismo finanziario. Con il solito atteggiamento per il quale all'Europa è riconosciuta la dignità politica di creare una moneta unica, mentre all'Africa no. Un altro esempio, in questo senso, è quello del satellite RASCOM 1. Anche in questo caso la Libia era stato il motore dell'iniziativa che liberava gli stati africani dalla necessità di affittare i satelliti altrui.
Queste e altre iniziative di indipendenza sono state il motivo per rovesciare Gheddafi, compreso la gestione del petrolio.
In questo piano, la morte di Gheddafi rappresenta un incidente di percorso o una strategia precisa?
E' stato l'obiettivo principale, fin dall'inizio. Lo dimostrano i bombardamenti. La missione Nato è stato un intervento armato a tutti gli effetti, altro che Responsibility to Protect, come nel mandato per la protezione dei civili. Scientemente, dal primo momento, si è perseguito l'obiettivo di eliminare Gehddafi. E' stato subito ucciso un figlio del Colonnello e i suoi nipotini, ed è stata colpita Bab el-Azizia - il luogo della sua residenza abituale - decine e decine di volte.
Noi stessi, con la Commissione, abbiamo potuto verificarlo di persona. Una strategia che è terminata solo con la morte di Gheddafi. Anche in quell'occasione, inoltre, non è stato catturato dai ribelli. La sua colonna in fuga è stata bombardata da caccia inglesi e francesi con il supporto di droni, senza che ci fossero civili in pericolo. La morte di Gheddafi era l'obiettivo principale della missione, che fa cadere la foglia di fico della protezione dei civili. La Nato è intervenuta, dall'inizio, per mutare lo scenario politico del Paese. Provocando vittime tra i civili, anche se si diceva che si interveniva per proteggerli, andando ben oltre un mandato che prevedeva solo una no fly zone. Non a caso la missione è finita con la morte di Gheddafi. Passando a quel punto il testimone al Qatar, vero artefice del cambio di regime, prima con al-Jazeera a livello mediatico, e poi a livello militare con le armi e i combattenti che sono stati fatti affluire in Libia.
Qual è il ruolo dell'Italia in tutto quello che è accaduto?
L'Italia non esce bene da questa vicenda. Un legame importante, cominciando dal ruolo di fornitore energetico della Libia per l'Italia con la pipeline che collega Mellitah a Capo Passero. Che era una delle misure contentute nel Trattato di Cooperazione e Amicizia disatteso e tradito in modo fraudolento dall'Italia. E l'Italia non ne esce bene. A cominciare dal fatto che è stato disatteso l'articolo 11 della Costituzione, a partire dal presidente della Repubblica Napolitano, che della Costituzione è garante. Come lo è dei trattati internazionali e anche lui ha firmato il Trattato di Amicizia. Che piaccia o meno chiudeva un contenzioso storico. Due anni dopo siamo coinvolti in un conflitto, guarda caso, per l'ironia della storia, esattamente cento anni dopo l'occupazione italiana della Libia.
Cosa crede che accadrà in Libia?
A Bengasi, qualche giorno fa, sul palazzo di Giustizia, campeggiava la bandiera di al-Qaeda. Jalil, presidente del Cnt, lo ha dichiarato: tutte le leggi che verranno promulgate non dovranno essere in contraddizione con la sharia, con tutto quello che questo comporta. Decisamente un passo contraddittorio per un Paese nel quale si è intervenuti per portare la democrazia. A Tripoli, il comandante della piazza militare è Abdelhakim Belhaj, fondatore del Gruppo Islamico Libico Combattente, una delle personalità di riferimento di al-Qaeda, come sostenuto dagli stessi statunitensi che lo hanno arrestato in Iraq prima e in Afghanistan dopo, facendolo passare da svariate carceri tra le quali Guantanamo. Questo è il quadro che emerge, con un islamismo radicale che Gheddafi ha tentato di contenere. E del quale poco si sa in Italia. Io ho lavorato su questo aspetto, dedicandogli un capitolo del mio libro, con studi che arrivano dall'accademia militare Usa di West Point, dai quali emerge che il numero più consistente di attentatori suicidi - in percentuale rispetto alla popolazione - proviene dalla Cirenaica. Con la variabile che un arsenale enorme e moderno è finito nelle mani di questi personaggi. C'è poco da aspettarsi, secondo me, in senso democratico. Al contrario di quello che certi soloni occidentali hanno sostenuto e continuano a sostenere.
(Christian Elia) Fonte: http://it.peacereporter.net/articolo/31675/L

venerdì 11 novembre 2011
GHEDDAFY:LA TERRA SECONDO ME.
UN SENTITISSIMO RINGRAZIAMENTO ALLA MIA CARISSIMA AMICA CECILIA MARCHESE PER AVERMI PASSATO QUESTA SUA NOTA! Puoi privarti di tutto, tranne che della Terra.
Se distruggessi le altre cose potresti rimediare, ma guardati dal distruggere la Terra, perché allora perderesti tutto!
La fonte di vita biologica alla quale la vita umana sta in piedi sulla vetta, è il cibo.
La Terra è il contenitore di questo nutrimento che giunge in diverse forme... solido, fluido, gassoso.
La Terra è il suo contenitore, non romperlo perché è unico e non vi è sostituto.
Se distruggi il terreno agricolo per esempio, è come se distruggi l’unico vaso che contiene il tuo cibo e senza il quale non potrai più nutrirti.
Se distruggi il terreno agricolo, è come se distruggi l’unico vaso che contiene la tua bevanda, perché non c’è altro ricettacolo, così come potrai poi dissetarti?
La Terra è il polmone attraverso il quale respiri, così se lo distruggi, non avrai modo per respirare.
Se ti piove addosso e non hai la terra, non ne trarrai nessun beneficio.
Perciò, il cielo non ha valore per noi senza la nostra Terra.
Se nello spazio, in qualche luogo, è stato trovato ossigeno, quale è il suo beneficio se non c'è Terra ?
Tutti i conflitti della storia in tutte le età, condotti da uomo contro uomo o contro natura, sono stati per la Terra.
La Terra è stata la croce dei conflitti.
Anche lo spazio è stato adoperato nell’interesse della terra.
Veramente, la Terra è tua Madre; lei ti diede nascita dal suo ventre.
E’ colei che ti allattò e ti alimentò.
Non disubbidire a tua madre e non radere i suoi capelli, tagliare le sue membra, lacerare la sua carne, o ferire il suo corpo.
Devi solamente aggiustare le sue unghie, fare che il suo corpo sia pulito da ogni immondizia o lordura.
Darle la medicina per curare ogni sua malattia.
Non mettere pesi gravosi sopra la sua mammella, fango o pietre sopra le sue costole.
Rispettala, e ricorda che se sei troppo aspro con lei, non ne troverai un altra.
Raccogli il ferro, il limo e la roccia accumulati sul suo dorso.
Liberala dei pesi che altri ingiustamente hanno messo su lei.
Onora la culla nella quale crescesti, il grembo nel quale fosti accolto.
Non distruggere la tua dimora, il tuo luogo di rifugio, o sarai un perdente [11] te ne pentirai.[12]
La Terra resterà la Terra solamente se noi preserviamo la sua generosità.
La Terra generosa è veramente utile ed occorre difenderla.
Se su di essa posiamo la tegola o la pavimentiamo, costruiamo su lei, noi l’avremo uccisa, e non ci darà più la sua generosità.
Diverrà poi soltanto tegola o asfalto, cemento o marmo.
E queste cose non ci danno niente.
Non vi crescono piante, non ci danno acqua;
non sono utili né ad uomo né ad animale.
La Terra poi morirà.
Non uccidere la Terra, non uccidere la tua stessa vita.
La Terra è acqua e nutrimento e la Terra morta, coperta da edifici e costruzioni, non dà quest’acqua e questo nutrimento.
Così non c’è vita su una Terra morta.
Che genere di persone sono coloro che uccidono la Terra e la seppelliscono viva ?
Da che genere di Terra dipenderà la loro vita dopo ?
Dove vivranno, e dove otterranno loro cibo e bevanda?
La Terra è qualche cosa per la quale non c'è alternativa, così poi dove andrai? [13]
Ci sono alberi in paradiso, e non strade, marciapiedi, piazze o edifici.
Distruggere la Terra è il suo cattivo uso, la sua trasformazione in qualche cosa d’altro che Terra buona per produrre acqua e cibo.
Così, coloro che convertono la Terra agricola in Terra non coltivabile sono coloro che la spogliano. [14]
Mu'ammar Abu Myniar Al-Qadhdhafi
Tratto da "Fuga dall’Inferno ed altre storie", Ed. Manifestolibri, 2006
http://www.francocenerelli.com/antologia/antolo.htm
venerdì 28 ottobre 2011
LE VERITA' URLANTI: LA CURA PER IL CANCRO...NON E' UN BUSINESS
LE VERITA' URLANTI: LA CURA PER IL CANCRO...NON E' UN BUSINESS: In Canada si trova la cura per il cancro, ma le case farmaceutiche non se ne interessano. Invia tramite email grazie all'amica stefania gosa...
sabato 22 ottobre 2011
NON È GHEDDAFI, L'UOMO UCCISO A SIRTE. SI CHIAMAVA AHMID.
L'uomo nella foto, con il foro di proiettile in testa, non è Muammar Gheddafi, ma la sua controfigura, si chiamava Ahmid, ed era presente a Villa Pamphili, a Roma, mentre cenava assieme a Tronchetti-Provera e Afef.
'Ci prendono per il naso? occhio al naso, non risulta che Muammar abbia fatto il lifting al naso beduino.'
'Ci prendono per il naso? occhio al naso, non risulta che Muammar abbia fatto il lifting al naso beduino.'


Analisi del video 'dell'assassinio di Gheddafi'
1. Sul video che sarebbe stato registrato a Sirte, il sole splende, polvere ovunque... tuttavia, in realtà, solo il giorno prima a Sirte vi era stato un nubifragio.
2. In due diverse parti dello stesso video possiamo vedere che il 'colonnello' ha i capelli di due colori diversi, in una parte ha capelli castano chiaro, nell'altra ha i capelli neri.
3. In un video del 'colonnello morto', ha il naso irregolare, sembra spezzato in modo strano, in altri video in cui quest'uomo è morto, il suo naso è diritto
4. Nel primi video (da Sirte) il suo volto appare molto giovane, ma sappiamo tutti che è rugoso.
5. Hanno detto che gli hanno sparato alle gambe, e che è morto dissanguato, ma questo 'colonnello' catturato sta in piedi mentre lo spingono in giro. Inoltre, la parte inferiore del corpo non è coperta di sangue.
6. La parte superiore del corpo nudo del 'colonnello' è giovane, senza segni di invecchiamento nel video, ma il colonnello è un uomo di 70 anni. Sapete come appare il corpo di un uomo di 70 anni, specialmente di un uomo che ha speso tutta la sua vita nel deserto.
7. Alcuni dei video rilasciati sono stati registrati un giorno prima della presunta morte, il 19 ottobre(!)
8. Secondo la loro propaganda, lo hanno trovato in una fogna. Eppure 'lui' appare rasato di fresco, la barba tagliata nel video, ecc.
9. C'è un altro dettaglio strano nel video di Sirte, una donna nera -una civile- guarda lo spettacolo, e sembra molto rilassata. Una donna nera civile a Sirte al fianco dei topi (!?). Questo è impossibile. Tutti sanno ciò che i ratti della NATO/al-Qaida stanno facendo ai neri, uomini, donne e bambini in Libia. Li impiccano, linciano e decapitano. Specialmente le donne nere a Sirte, SE ALCUNE hanno lasciato Sirte (cosa di cui dubitare fortemente) non sarebbero mai state dalla parte dei topi razzisti. Questo è veramente strano.
10. In un video, Gheddafi è coperto di sangue quando lo mettono in un pick-up; in un altro con la stessa 'azione' il suo volto è pulito come se fosse diretto a un matrimonio.
11. Fatto: manifestazioni di massa contro la NATO e CNT si preparavano, unificate a contro-attacchi e alla rivolta già iniziata il 14 ottobre.
12. Pochi giorni dopo Hillary Clinton è venuta e ha detto che voleva Gheddafi morto, ed è stato ucciso.
13. Non solo lui, ma i suoi figli e ogni alto funzionario che si riusce a ricordare 'sono stati uccisi lo stesso giorno a SIRTE', anche se è noto che Gheddafi e i suoi figli erano leader di diverse brigate in fronti differenti della Libia. (Nota: la Libia è grande un terzo dell'Europa, e Sirte è solo una piccola città che è stata per mesi sotto assedio)
14. Aisha Gheddafi, la figlia. dice che è vivo.
15. Gheddafi ha 12 sosia.
2. In due diverse parti dello stesso video possiamo vedere che il 'colonnello' ha i capelli di due colori diversi, in una parte ha capelli castano chiaro, nell'altra ha i capelli neri.
3. In un video del 'colonnello morto', ha il naso irregolare, sembra spezzato in modo strano, in altri video in cui quest'uomo è morto, il suo naso è diritto
4. Nel primi video (da Sirte) il suo volto appare molto giovane, ma sappiamo tutti che è rugoso.
5. Hanno detto che gli hanno sparato alle gambe, e che è morto dissanguato, ma questo 'colonnello' catturato sta in piedi mentre lo spingono in giro. Inoltre, la parte inferiore del corpo non è coperta di sangue.
6. La parte superiore del corpo nudo del 'colonnello' è giovane, senza segni di invecchiamento nel video, ma il colonnello è un uomo di 70 anni. Sapete come appare il corpo di un uomo di 70 anni, specialmente di un uomo che ha speso tutta la sua vita nel deserto.
7. Alcuni dei video rilasciati sono stati registrati un giorno prima della presunta morte, il 19 ottobre(!)
8. Secondo la loro propaganda, lo hanno trovato in una fogna. Eppure 'lui' appare rasato di fresco, la barba tagliata nel video, ecc.
9. C'è un altro dettaglio strano nel video di Sirte, una donna nera -una civile- guarda lo spettacolo, e sembra molto rilassata. Una donna nera civile a Sirte al fianco dei topi (!?). Questo è impossibile. Tutti sanno ciò che i ratti della NATO/al-Qaida stanno facendo ai neri, uomini, donne e bambini in Libia. Li impiccano, linciano e decapitano. Specialmente le donne nere a Sirte, SE ALCUNE hanno lasciato Sirte (cosa di cui dubitare fortemente) non sarebbero mai state dalla parte dei topi razzisti. Questo è veramente strano.
10. In un video, Gheddafi è coperto di sangue quando lo mettono in un pick-up; in un altro con la stessa 'azione' il suo volto è pulito come se fosse diretto a un matrimonio.
11. Fatto: manifestazioni di massa contro la NATO e CNT si preparavano, unificate a contro-attacchi e alla rivolta già iniziata il 14 ottobre.
12. Pochi giorni dopo Hillary Clinton è venuta e ha detto che voleva Gheddafi morto, ed è stato ucciso.
13. Non solo lui, ma i suoi figli e ogni alto funzionario che si riusce a ricordare 'sono stati uccisi lo stesso giorno a SIRTE', anche se è noto che Gheddafi e i suoi figli erano leader di diverse brigate in fronti differenti della Libia. (Nota: la Libia è grande un terzo dell'Europa, e Sirte è solo una piccola città che è stata per mesi sotto assedio)
14. Aisha Gheddafi, la figlia. dice che è vivo.
15. Gheddafi ha 12 sosia.
Fonte: LibyaSOS
Questa immagine si dice che sia il nascondiglio di Gheddafi. I graffiti blu sul muro recitano 'Nascondiglio del vile topo Gheddafi'. Chi ha sentito parlare dei FALSI nella guerra in Iraq e il modo in cui sostengono abbiano trovato Saddam Hussein? Stesso copione, non credete? (I topi è la definizione spregiativa rivolta ai ribelli e ai golpisti anti-Gheddafi, una messinscena per beffare Gheddafi e i lealisti).

postato da trotzkij alle ore 18:22 | Permalink | commenti / commenti (pop-up)
categoria: mediterraneo, propaganda, libia, africa, giornalismo,geopolitica, resistenza, mass media, medioriente, internazionale,informazione, intelligence, clinton, crimini, disinformazione,bombardamenti, colonialismo, cia, strategia, complotti, servizi segreti,golpe, segretiemisteri, covert operation, il leone del deserto, muammar gheddafi, character assassination, government sachs
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giovedì 22 settembre 2011
LIBIA:QUANDO L'INFORMAZIONE BUGIARDA NON SA PIU' CHE PESCI PRENDERE
UN SENTITISSIMO RINGRAZIAMENTO A FULVIO GRIMALDI!
lunedì 19 settembre 2011
LIBIA:LA NATO GENERA MORTE
UN PARTICOLARE RINGRAZIAMENTO ALL'AMICA YVONNE E ALL' AMICO ALESSANDRO PER IL LORO PREZIOSISSIMO LAVORO!
martedì 6 settembre 2011
LIBIA:LA DENUNCIA DI YVONNE DI VITO
http://youtu.be/swg1j4X2MXg
Il racconto di Yvonne Di Vito: Tripoli nei giorni prima dell'ingresso dei "ribelli" (l'ingresso finto e poi quello vero) e della Nato
LIBIA:RIVELAZIONI DI YVONNE DI VITO
NON VOLEVO DARE IMPORTANZA A PERSONE "STUPIDE" MA ERA NECESSARIO
mercoledì 31 agosto 2011
LIBIA:LE ORE DELL'ASSALTO FINALE
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Parla un'imprenditrice italiana rimasta a Tripoli: tante bugie dai giornalisti e vergogna di far parte della Nato

Il telefono e internet funzionano a singhiozzo e Gamannossi, dopo averci tranquillizati sul suo stato di salute, racconta a PeaceReporter i giorni dell'assalto finale.
"Le tv e i giornali stanno raccontando un sacco di sciocchezze". Stando alla testimonianza dell'imprenditrice italiana, Seif Al-Islam Gheddafi non sarebbe mai stato arrestato. Al contrario, da diversi giorni è all'interno dell'hotel Rixos in compagnia di molti ministri del rais. Nello stesso hotel si trovano anche tutti i giornalisti e i pacifisti.
Tante zone della città sono nelle mani dei ribelli, ma si combatte ancora a Buslim e poi rimane l'incognita del Rixos. Potranno i ribelli attaccare l'edificio dove si trovano anche gli inviati di mezzo mondo?
Sabato notte anche Tiziana Gamannossi è rimasta a dormire all'interno del Rixos dove era andata per collegarsi a internet. Troppo pericoloso tornare indietro verso Tajura, a casa sua. Solo domenica pomeriggio ha potuto farvi rientro.
I ribelli hanno installato diversi check point per isolare i quartieri che non sono ancora sotto il loro controllo. Anche la caserma di Bab El Azizia è nelle mani degli insorti, ma rimane il fatto che l'edificio era stato abbandonato in precedenza e, a quanto pare, gran parte dell'establishment si trova all'interno del Rixos.
Nessuno sa dove sia, invece, Mumammar Gheddafi. Stesso mistero su dove si trovi l'altro figlio, Khamis, il comandante della 32esima brigata. Sulle pagine dei giornali abbiamo letto di cecchini e mercenari di Gheddafi che seminano il panico nelle strade della città: "Non mi riusulta niente di tutto ciò", dice Gamannossi, "nessun cecchino e nessun mercenario per Gheddafi... nelle file dei ribelli sappiamo che ci sono dei mercenari".
Sabato notte anche Tiziana Gamannossi è rimasta a dormire all'interno del Rixos dove era andata per collegarsi a internet. Troppo pericoloso tornare indietro verso Tajura, a casa sua. Solo domenica pomeriggio ha potuto farvi rientro.
I ribelli hanno installato diversi check point per isolare i quartieri che non sono ancora sotto il loro controllo. Anche la caserma di Bab El Azizia è nelle mani degli insorti, ma rimane il fatto che l'edificio era stato abbandonato in precedenza e, a quanto pare, gran parte dell'establishment si trova all'interno del Rixos.
Nessuno sa dove sia, invece, Mumammar Gheddafi. Stesso mistero su dove si trovi l'altro figlio, Khamis, il comandante della 32esima brigata. Sulle pagine dei giornali abbiamo letto di cecchini e mercenari di Gheddafi che seminano il panico nelle strade della città: "Non mi riusulta niente di tutto ciò", dice Gamannossi, "nessun cecchino e nessun mercenario per Gheddafi... nelle file dei ribelli sappiamo che ci sono dei mercenari".
L'imprenditrice che il 18 marzo non ha voluto abbandonare Tripoli, quando l'ambasciata italiana ha chiuso i battenti, è delusa e amareggiata per come sia stata gestita la questione libica: "C'è da vergognarsi di far parte della Nato. Tripoli ha sempre chiesto una soluzione diplomatica, ma la Nato ha sempre rifiutato questa via".
Alberto TundoNicola Sessa
domenica 28 agosto 2011
LIBIA:“Dove non c’è guerra, bisogna inventarla per fare scambi”(Rothschild)
La macelleria umanitaria dell’invasione NATO in Libia
“Dove non c’è guerra, bisogna inventarla per fare scambi”(Rothschild)
.
Le agenzie e le catene mediatiche internazionali che hanno decretato la “caduta” prematura del presidente libico sono concordi nell’apprezzamento. Tripoli, la capitale della Libia, vive uno stato di anarchia e di “guerra civile”. Nessuno controlla e le uniche certezze sono il caos e l’incertezza. In questo scenario si adombra la possibilità che i “bombardamenti umanitari” del NATO – da leggersi come la distruzione della Libia e massacro di decine di migliaia di civili durante cinque mesi – si trasformino in un’”invasione terrestre umanitaria” per controllare il petrolio e per rendere governabile il Paese.
La capitale della Libia è simile a una vera macelleria umana, è tutto un caos, anarchia, incertezza, e senza punti precisi delle posizioni nemiche.
Si parla di una guerra urbana sanguinosa e senza parametri, con esecuzioni, torture e “battute di caccia” notturne delle fazioni alleati civili, tanto del governo quanto dei mercenari. Gli ospedali sono collassati per i feriti e mutilati che non riescono a essere curati.
I morti, come era già avvenuto in Iraq, rimangono ore nel mezzo delle strade senza essere raccolti. Non c’è quasi più elettricità, non ci sono servizi essenziali, l’attività economica è paralizzata e si prevede una catastrofe alimentaria. Le cifre dei morti e dei feriti nelle ultime 72 ore arrivano a migliaia, alcuni parlano di tremila morti e altri del doppio.
La confusione e la manipolazione mediatica per favorire gli invasori hanno toccato livelli impensabili. Quello che sembrava una “passeggiata” per la coalizione imperialista USA-NATO che ha formato e coordinato i gruppi mercenari golpisti, si è complicata, finendo a brandelli.
Gheddafi, con una mossa tattica, si è trasformato in un “fantasma” che è ovunque e in nessun luogo. Con quello che rimane in piedi della sua linea di comando, il leader libico ha concentrato la sua logistica e le sue truppe nei punti più forti.
Con truppe, carri armati e batterie che sembravano emergere dalle cantine, quello che rimane dell’esercito del presidente libico ha bombardato e attaccato questo mercoledì i gruppi mercenari in varie zone di Tripoli.
La realtà, descritta parzialmente dai corrispondenti stranieri, manda all’aria il supposto controllo attribuito alle forze dei ribelli presenti nella capitale della Libia.
Quello che era prima un nemico “visibile”, Gheddafi ed il suo esercito, ora si è trasformato in un nemico “invisibile” che attacca e si dilegua.
Parallelamente, un’azione di guerra asimmetrica, realizzata dalla popolazione leale, realizza imboscate, attentati e azioni di guerriglia urbana contro i gruppi mercenari e i comandi e gli ufficiali delle forze speciali e diintelligence di Stati Uniti, Regno Unito e Israele, che progettano e coordinano le iniziative di presa e di controllo di Tripoli.
In ventiquattro ore, dopo della presa del bunker presidenziale da parte dei ribelli, l’atmosfera, tra i capi dei mercenari e i leader delle potenze invasore, è passata dall’euforia trionfalistica all’incertezza.
Analisti europei e statunitensi parlano già di una “trappola” per gli invasori. Parallelamente, la stampa internazionale, spina dorsale dell’”informazione” della coalizione USA-UE, chiede quasi apertamente che gli USA e la NATO schierino le sue truppe direttamente in Libia.
Dal martedì, i commentatori e gli analisti di alcune emittenti come la CNN hanno auspicato un”intervento internazionale” per evitare che la Libia cada nel caos dei “gruppi fondamentalisti” che integrano il comando “ribelle” del CNT.
La percezione presente nei comandi imperialistici degli Stati Uniti e dell’Europa è che le schiere dei “ribelli” sono quasi un mosaico delinquenziale di gruppi mercenari fondamentalisti di varia estrazione, che una volta al potere lottano tra sé per la spartizione del bottino di guerra.
Questo è il punto centrale che oscura e rende impraticabile la strategia di conquista della Libia senza sacrificio di soldati e senza un costo politico per le potenze della coalizione USA-NATO.
Nessun analista vede un futuro per un governo fantoccio (come in Iraq o in Afghanistan) formato da gruppi di mercenari addestrati dalla CIA, la cui unica esperienza è quella di combattere su mandato altrui e di arraffare denaro e prebende.
E sono innumerevoli le versioni, uscite principalmente dei bunker del potere statunitense ed europeo, che danno per scontato un piano militare e un calendario per le potenze imperialiste, con gli Stati Uniti in testa, per imporre la “pace” in Libia con basi militari e soldati come in Iraq ed Afghanistan.
Nel frattempo, gli obiettivi e i meccanismi economici che hanno alimentato l’operazione militare di frazionamento della Libia e il massacro della sua popolazione civile si sono già messi in movimento.
Mentre i dirigenti e i funzionari imperialisti preparano un governo collaborazionista di “transizione”, le grandi aziende, le banche e l’industria bellica USA-UE preparano lo sbarco in Libia sotto la solita litania della “ricostruzione” delle infrastrutture e dell’economia del paese, distrutte dai bombardamenti delle stesse potenze che arrivano con il rango di “salvatori”.
Gli Stati Uniti e le potenze della NATO hanno già deciso di sbloccare i beni libici presente all’estero per poter consentire alla nuova ‘amministrazione di comprare armi ai militari, alle industrie petrolifere di ricostruire l’industria petrolifera e il mercato libico, e alle multinazionale e ai gruppi finanziari di spartirsi con efficacia il bottino della “ricostruzione” della Libia.
E la Libia, al costo della sua distruzione, del massacro collettivo e della crisi umanitaria, conferma ancora la piena validità del principio basilare di Rothschild che guida storicamente le operazioni imperiali di conquista: “Dove non c’è guerra, bisogna inventarla per fare scambi.”
Fonte originale: Mesaredonda – La Carnicería Humanitaria de la Invasión de la OTAN en Libia
Traduzione di Supervice – Comedonchisciotte.org
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