Editoriale di Jivis Tegno
Personalmente non ho nessun simpatia per i capi di stato che esercitano per molti anni i loro funzioni. Sono convintissimo che l’uso del potere per anni, li trasformano in personaggi cinici, egocentrici,  despoti e crudeli.  L’africa è il continente dei dittatori per eccellenza. Nel mio ultimo editoriale, avevo menzionato i nomi dei 10 più grandi dittatori africani, ognuno di loro al potere da più  di 20 anni. Tra questi, figura ovviamente  il colonnello Gheddaffi.
Gheddafi ha combinato di tutto durante i suoi 42 anni di potere. Nel passato, la Libia ha finanziato movimenti armati in tutta l’Africa. Ha ordinato vari attentati terroristici. Tra i  più orrendi, possiamo elencare l’attentato contro il volo della Pan Am 103 del 21 dicembre 1988, partito  alle ore 19:03 dal Londra e diretto a New York. L’aereo esplose sulla cittadina di Locherbie in Scozia facendo 259 vittime. La Libia fu riconosciuta colpevole e sborso 2,7 miliardi di dollari per indennizzare tutte le famiglie delle vittime dell’attentato. Non possiamo dimenticare anche le torture e gli assassini di numerosi oppositori al suo regime. Dal 1984 fino al 1999, la Libia era considerata stato canaglia dai paesi occidentali per il suo sostegno ai gruppi terroristi come L’IRA ( Irish Repubblican Army) o il gruppo palestinese Settembre Nero. Dal 1991 fino al 1999, il paese fu sotto embargo economico imposto dall’ONU. Poi, dal 2006, gli Stati Uniti cancellarono la Libia dall’elenco degli stati canaglia, visti i numerosi progressi fatti dal colonnello per la pace e la lotta contro il terrorismo islamico. Forse con l’età, l’uomo era diventato più conciliante, ragionevole ed aperto al dialogo. Qualità di cui non disponeva nella sua tenera età di rivoluzionario. Da un paio di anni, Gheddafi ha ricominciato a frequentare le capitali occidentali dove veniva accolto dai grandi leaders mondiali.
Ma al di là di tutto questo, bisogna avere l’onesta intellettuale di riconoscere i meriti della gestione di Muammar Gheddafi alla guida della Libia. L’uomo ha intrapreso grandi realizzazioni per il suo popolo, ma anche per l’Africa intera.  Se prima telefonare da e verso l’Africa presentava dei costi altissimi, perché il grande continente nero non disponeva del suo satellite, ma doveva sempre prendere in “affitto” quelli europei che rendevano la vita cara agli africani nel mondo della telecomunicazione. È la Libia di Gheddafi che ha permesso a tutto un continente di acquistare il suo primo satellite: RASCOM1. La Libia da sola sborsò 300 milioni sui 400 milioni necessari per il suo acquisto. Era la prima vera rivoluzione africana  dei tempi moderni. Assicurare la copertura universale del continente per la telefonia, la televisione e la radiodiffusione. Una copertura totale fino alle zone le più sperdute dell’Africa e questo grazie al sistema di ponti radio WMAX, come  sottolinea Jean Paul Pougala, direttore dell’Istituto di Studi Geostrategici di Ginevra, in una delle sue pubblicazioni intitolate: “ Le vere ragioni della guerra in Libia”. D’altra parte, i 30 miliardi di dollari, fondi sovrani libici congelati dall’amministrazione Obama erano destinati ai grandi progetti in Africa. Questi fondi erano i contribuiti della Libia come principali azionisti per tre grandi progetti finanziari sul continente africano: Il Fondo Monetario Africano, La Banca Centrale Africana e la Banca Africana di Investimenti. Con questi nuovi istituti finanziari, molti paesi africani dovevano uscire dal diktat delle banche occidentali  che li asfissiano con prestiti a tassi elevati, senza dimenticare gli interessi che aumentano in continuazione per mancanza di solvibilità. Questi nuovi istituti di credito, avrebbero avuto come missione principale, quella di fare dei prestiti a tasso agevolato ai paesi africani. Ma purtroppo con la probabile uscita di scena di Gheddafi, sarà anche la fine di questi progetti.
Sul piano interno, Muammar Gheddafi ha fatto molto per il suo popolo. Secondo il Rapporto sullo Sviluppo Umano del 2010 compilato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nell’ambito del Programma di Sviluppo, la Libia aveva il migliore Indice dello Sviluppo Umano ( ISU) di tutta l’Africa con 0,755. L’Indice di Sviluppo Umano è un indicatore comparativo dello sviluppo in vari paesi e calcolato tenendo conto dei differenti fattori sociali come l’istruzione e il Reddito Nazionale Lordo Pro capite. Già nel 2010, il reddito pro capite in Libia era il più alto dell’Africa con 13.805 dollari per ogni abitante. Nel paese di Gheddafi, non esiste l’imposta dell’Iva. La Libia è tra i paesi meno indebitato del mondo, il suo debito pubblico è soltanto di 3,3% del PIL, mentre per esempio quello della Francia è di 84,5%, dell’Italia di 119% e quello degli Stati Uniti d’America 88,9%. In Libia, la sanità, la scuola e molti atri servizi sociali sono gratis. Il paese ha un tasso di alfabetizzazione del 90%, tasso molto superiore alla media dei paesi africani. Ogni studente libico che desidera studiare all’estero, percepisce una borsa di studio pari a 1700 euro al mese. Ogni studente diplomato libico che non trova un lavoro, riceve lo stipendio medio della sua professione. Questi sono fatti! In Libia, ogni cittadino può impegnarsi liberamente nella politica o nella gestione degli affari pubblici al livello locale, regionale o nazionale, tutto ciò nell’ambito di un sistema politico diretto detto “Jamahiriya”. Sistema che include le diversità regionali e tribali che compongono il paesaggio demografico libico. La Jamahiriya è un sistema politico di massa e fondato nel socialismo popolare. Infatti nel paese di Gheddafi, il diritto all’alloggio è riconosciuto a tutti i cittadini. Ogni coppia sposata ha diritto alla casa. Dimora che viene offerta gratuitamente dallo stato.
Infine, la Libia dispone del settimo fondo sovrano mondiale. I fondi sovrani sono società di investimenti controllate direttamente da governi. Queste società sono utilizzate per investire le risorse provenienti da surplus di bilancio o risparmi delle valute estere. Questi fondi sovrani esistono generalmente nei paesi produttori e esportatori di petrolio e che dispongono di enormi liquidità finanziarie. Nel mondo, ci sono 55 fondi sovrani di investimenti. I fondi sovrani libici sono gestiti da tre istituzioni finanziarie: la BANCA CENTRALE LIBICA,  LAFICO (Libyan Foreign Investment Company), LIA (Libyan Investment Authority). Secondo il Fondo monetario internazionale, le attività delle tre società libiche all’estero ammonterebbero a 152 miliardi di dollari. Soltanto in Italia, i fondi sovrani libici controllano il 7% di Unicedit, 2% della Fiat, 2% di Finmeccanica, 7,5% della Juventus,  1% dell’Eni,  azioni di 500 milioni di dollari in  Mediobanca, 26% dell’Olcese che è un azienda tessile, 14,7% di Retelit un azienda delle  telecomunicazioni.
Ecco grossomodo, tutto quello che ha fatto Gheddafi con la ricchezza del suo paese. Qualcuno potrà logicamente obbiettare dicendo che la Libia ha il petrolio. È verissimo. Ma molti sono le nazioni africane ricchissime con risorse energetiche del sottosuolo. Potrei nominare il Congo, Gabon, Nigeria, Angola, Algeria, Guinea Equatoriale, Guinea Conakry ecc. Ma nessun di questi paesi ha raggiunto il livello di benessere della Libia. Non basta avere le ricchezze energetiche, ma bisogna soprattutto sapere gestirle. Oggi, l’occidente sta appoggiando militarmente una ribellione interna per cacciare dal potere Gheddafi, accusato di essere un tirano per il suo popolo. In tutta Africa, ci sono dittatori peggio del Rais e, che sono sostenuti dalle stesse potenze occidentali che stanno combattendo Gheddafi. Questo è il vero paradosso della situazione. Fra un paio di anni, i libici potranno capire se il colonnello fu un bene o un male per loro paese. Bisogna dare al tempo, il tempo.
Chi vivrà verrà
Chi seguirà saprà
Wait and see.
Jivis Tegno.
Editorialista di INFORMARE PER RESISTERE