lunedì 13 giugno 2011

DELITTO SENZA CASTIGO? Un appello al mondo.





MONDOCANE


sabato 11 giugno 2011


DELITTO SENZA CASTIGO? Un appello al mondo.

Può un uomo ragionevole essere ben disposto vero un governo che fa della guerra e dei massacri l’unico mezzo del suo sostentamento?  (Alexander Hamilton, costituzionalista Usa, 1757-1804)
Coloro che non si muovono non si accorgono delle proprie catene. (Rosa Luxemburg)
Non condanno tanto coloro che sono decisi a governare, piuttosto quelli che sono ancora più determinati a sottomettersi.  (Tucidide)
Manifestazioni  collorate er cortei di fine settimana sono essenziali, ma, da soli, non hanno sufficiente forza per fermare le guerre. Le guerre saranno fermate soltanto quando gli attaccanti si rifiuteranno di combattere, quando i lavoratori si rifiuteranno di caricare armi su navi e aerei, quando la gente boicotterà i presidi economici dell’Impero che avvolgono il globo. ( Arundhati Roy)

Qui sotto l’incredibile iniziativa degli organi di polizia di Perugia che, sulla base di meri sospetti,in “forma preventiva”, come asserito dal questore, hanno arrestato e incriminato il presidente degli studenti libici in Italia e alcuni suoi compagni. La loro colpa? Non aver festeggiato il massacro del loro paese da parte della Nato e delle sue compagnie di ventura. Anzi, di essersi opposti pacificamente. Ci sarà qualche avvocato che vorrà impegnarsi contro queste misure preventive di memoria fascista?
Siamo stati appena informati dell'arresto di “Nuri Ahusain”. Nuri Ahusain è ricercatore all’università di scienze politiche di Pisa e rappresentante degli studenti libici presso l’università per studenti stranieri dell’Umbria. Meno di 24 ore fa Nuri Ahusain è stato arrestato dai carabinieri di Perugia con altri due studenti Libici; l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata a “reato transnazionale”, una legge datata 2006. Secondo la Digos di Perugia l’aggravante del reato transnazionale è dovuta al fatto che Nuri Ahusain, seguendo le linee di Tripoli, stesse cercando di supportare in Italia la cusa di Gheddafi, mettendo in cattiva luce la rivolta libica e il governo provvisorio di Bengasi. Evidentemente Nuri Ahusain era riuscito nell’intento di far crollare l’ottima reputazione che i ribelli nutrono qui in Occidente; così è scattato l’arresto. Come afferma Lorenzo Manso, il dirigente Digos Perugia, è stato svolto unicamente un lavoro di “prevenzione“, dal momento che il Governo Italiano riconosce come legittimo unicamente il Governo Transitorio di Bengasi. L’accaduto, per ora diffuso solo da “Umbria 24″ e da alcuni siti d’informazione scorretta merita il maggior risalto possibile. Nuri Ahusain è stato arrestato per quello che in dittatura viene chiamato Reato d’opinione, in quando non faceva altro che esprimere il priprio personale disgusto rispetto le rivolte libiche. Si tratta dell’ennesimo atto di censura e di aggressione alla libertà di pensiero, aggravato dal fatto che, in questo caso, l’intervento della Digos è addirittura stato preventivo e premeditato. La censura politica che ha colpito Nuri Ahusain e altri due studenti universitari è anche doppia dal momento che la notizia è stata – ovviamente – baipassata da tutti i media e da tutta l’opinione pubblica ufficiale. Non solo dobbiamo subire la vergogna di una guerra illegittima, non solo dobbiamo subire l’onta di una guerra che va solo contro i nostri interessi, non solo dobbiamo appoggiare una parte faziosa del popolo libico che, lungi dall’essere un potere popolare, mira alla destabilizzazione del potere sovrano. Non solo gli italiani devono pagare l’ennesimo conflitto a direzione NATO. Non solo dobbiamo subire un opinione pubblica vergognosa che solo negli ultimi giorni ha scoperto la vera natura di una guerra sin da subito chiaramente ingiusta. Ora dobbiamo anche subire l’ennesimo attacco alla libertà d’informazione, alla libertà di parola e di presa di posizione. Chiediamo a tutti coloro che sono interessati di utilizzare il manifesto qui a sinistra come nuova “immagine del profilo” sui propri facebook. Diffondere la notiza è d’obbligo. Mobilitiamoci tutti per questo nuovo scempio.
Segue un appello del mondo intellettuale e solidaristico tedesco che ha avuto larghissimi consensi e diffusione in Germania e che qui ho tradotto perché raccolga  le più vaste adesioni, in risposta non solo agli stragisti Nato, ma anche alla vergognosa accidia dei nostri sedicenti pacifisti e antiguerra.

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Nei giorni scorsi numerosi giornali e periodici tedeschi hanno pubblicato una dichiarazione-appello alla Repubblica Federale (che si è rifiutata all’aggressione alla Libia) e alla sua popolazione  contro la guerra d’aggressione alla Libia, in solidarietà con il popolo libico, per l’immediata cessazione degli attacchi e negoziati di pace tra le parti in causa. L’appello è stato firmato da centinaia tra i più illustri intellettuali tedeschi, scrittori, politici, giornalisti, associazioni.  Avutane conoscenza si sono aggiunte, tra altre, le firme di Domenico Losurdo e del sottoscritto. Ho tradotto il testo in italiano e invito a dargli la massima diffusione. Sollecito coloro che ne sono in grado di allestire ogni forma di manifestazione e azione di protesta perché  sia violato il silenzio, unanime e complice,  su questo crimine di guerra e contro l’umanità, del nostro universo mediatico e politico.
PACE PER LA LIBIA! SOLIDARIETA’ CON IL POPOLO LIBICO!
Da quasi tre mesi gli Usa  e gli altri Stati Nato bombardano giorno e notte Tripoli, con i suoi due milioni e mezzo di abitanti e altri centri della Libia. Contemporaneamente cercano di costringere all’obbedienza il popolo libico attraverso la confisca dei suoi fondi e un blocco economico che significa affamarlo. Gli aggressori violano tutti le fondamentali normative del Diritto Internazionale (divieto di interferenza negli affari interni di un altro Stato, obbligo di risolvere conflitti per via negoziale, divieto di guerre d’aggressione, ecc.).  Il pretesto di voler “salvare vite umane” risulta assurdo e cinico alla luce della prolungata durata dei bombardamenti e del numero crescente di vittime. I vari cartelli mediatici, come anche le emittenti pubbliche tacciono sui morti, sui mutilati, sulle distruzioni, la disperazione dei rifugiati, l’avvelenamento del suolo, dell’acqua e dell’aria con gli ordigni all’uranio.
Lo Stato libico che, sotto la guida del suo leader rivoluzionario Muammar Al Gheddafi, ha potuto assicurare alla popolazione, grazie alla ricchezza petrolifera e alle colossali opere idrauliche, agricole e di industrializzazione, il più alto livello di vita di tutta l’Africa, con impareggiabili sistemi sanitari ed educativi, con avanzati diritti delle donne e dei bambini, è minacciato di una regressione di decenni nel suo sviluppo. Come in epoca coloniale schiavi divenuti consapevoli dei propri diritti venivano frustati davanti ai loro compagni di destino, così oggi gli Stati-guida della Nato intendono punire il popolo libico, anche a titolo di avvertimento ai popoli del Terzo Mondo, con bombe, missili ed eventuale occupazione militare, per essersi sottratto al loro Diktat, per voler perseguire il proprio cammino di progresso, impegnarsi per l’unità e l’indipendenza del mondo arabo e dell’Africa e rifiutarsi a ogni ricolonizzazione.
Chiediamo al governo della Repubblica di negare l’utilizzo di installazioni italiane per l’aggressione e di impegnarsi di conseguenza per
-       la fine immediata di tutti gli attacchi alla Libia,
-       un immediato armistizio e negoziati di pace tra le parti libiche in conflitto,
-        annullamento del blocco commerciale ed economico,
-       restituzione dei fondi sovrani libici confiscati.

E’ della massima urgenza mostrare solidarietà al popolo libico.
Facciamo appello a tutti coloro che si sanno corresponsabili di pace, diritto internazionale e diritti umani e che si sentono uniti agli esseri umani del Terzo Mondo perché organizzino proteste e manifestazioni: questa criminale guerra d’aggressione deve essere fermata.
COMITATO INTERNAZIONALE PER LA PACE IN LIBIA.

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