martedì 21 giugno 2011

LA NATO SECONDO FIDEL CASTRO


DA SIMONA ANIMOS riceviamo e pubblichiamo.                                      l'Avana, 20 giugno 2011. - 12 anni fa fece questo discorso, che è valido e vigente più che mai.
Discorso pronunciato dal Dott. Fidel Castro Ruz, Presidente della Repubblica di Cuba nella Prima Sessione di Lavoro del Vertice America Latina e Caraibi-Unione Europea di Capi di Stato e di Governo.
Rio de Janeiro, Brasile - 28 giugno 1999.
C’è una questione politica di massima importanza sul nuovo concetto strategico della NATO che non posso tralasciare. Tratterò quattro aspetti.
Primo: che per fomentare la pace e la stabilità in Europa ed in un ambito più ampio , gli alleati europei accrescono la loro capacità d’azione, con l’aumento del loro potere militare.
Secondo: che la sicurezza dell’Alleanza continua ad essere sottoposta ad un’ampia varietà di rischi militari. Tali rischi sono l’incertezza e l’instabilità nella regione euro-atlantica e nei suoi dintorni, e la possibilità di crisi regionali nella periferia dell’Alleanza.
Terzo: che disporrà di un maggior numero d’elementi di forza a livello di preparazione, adeguati alla realizzazione di operazioni prolungate, sia all’interno che all’esterno del territorio dell’Alleanza.
Quarto: che appare più probabile che possibili minacce per la sicurezza dell’Alleanza, e la proliferazione delle armi di distruzione massiva e dei vettori, scaturiscano da conflitti regionali, etnici o da altre crisi, al di fuori del territorio dell’Alleanza.
Desidero fare tre brevissime riflessioni ed interrogazioni.
Primo: Vorremmo che ci fosse chiarito, se fosse possibile, se i paesi dell’America Latina e dei Caraibi sarebbero compresi o meno nella periferia euro-atlantica definita dalla NATO.
Secondo: Dopo tanti dibattiti, l’Unione Europea ha appoggiato una dichiarazione di questo Vertice che dice: "...questa associazione strategica si basa sul pieno rispetto al diritto internazionale e nelle finalità ed i principi contenuti nella Carta delle Nazione Unite, sui principi di non intervento negli affari interni degli Stati, di rispetto della sovranità, di uguaglianza tra gli Stati e di autodeterminazione."
Questo significa  che gli Stati Uniti s’impegnano anche loro a rispettare i principi contenuti in questa dichiarazione dei loro alleati?
Quale sarà l’atteggiamento dell’Europa, se gli Stati Uniti decidono per conto proprio di lanciare bombe e missili con qualsiasi pretesto su qualcuno dei paesi dell’America Latina e dei Caraibi qui riuniti?
Terzo: Tutto il mondo sa che Israele, per esempio, possiede centinaia di armi nucleari fabbricate con un determinato aiuto occidentale, fatto su cui si è mantenuto uno strano ed ermetico silenzio.
Questo significa forse che in un giorno qualunque, la NATO, sulla base di quanto detto nel  quarto paragrafo, in virtù d’una proliferazione clandestina non soltanto di armi di distruzione di massa, ma anche d’una produzione di massa di tali armi, potrebbe lanciare migliaia di bombe su Gerusalemme, Tel Aviv, sulle città israeliane e palestinesi, distruggere sistemi elettrici, industrie, autostrade e tutti i mezzi di vita essenziali di quei popoli, uccidendo direttamente decine di migliaia di cittadini innocenti e minacciando l’esistenza del resto della popolazione?
Può essere questa la soluzione civile di simili problemi?
Si può assicurare che questo non ci porterebbe ad un conflitto nucleare?
Dove ci porterà la nuova e insostenibile dottrina della NATO?
Ho espresso solo una minima idea su questo delicato argomento e non ho nient’altro da dire. Chiedo scusa. Tante grazie.
Rio de Janeiro, Brasile - 28 giugno 1999
(Traduzione Gioia Minuti)

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