venerdì 10 giugno 2011

LIBIA:TRA BOMBE E STUPRI QUOTIDIANI

da Daniela Chinni riceviamo e pubblichiamo questo 
articolo di Enrica

Perrucchietti

Nessuna guerra è indolore. Meno feroce o violenta degli altri conflitti che l’hanno preceduta. Ma le notizie che ci arrivano da Tripoli, se confermate, giungono come un pugno nello stomaco. La guerra alla Libia di Gheddafi per esportare per l’ennesima volta il nostro modello di democrazia occidentale sembra essere degenerata nel peggiore degli incubi per i civili. Questa volta non si tratta delle violenze da parte delle forze di cui sarebbero macchiate le milizie di Gheddafi, nè dei soliti bombardamenti da parte dei droni che colpiscono abitualmente obiettivi anche civili, come succede da anni in Iraq e in Afghanistan. L’abominio delle forze americane e della NATO ha oggi superato ogni immaginabile sopruso ai danni di donne e bambini. Ciò che sconvolge, oltre all’efferatezza dei crimini, è il fatto che essi avvengano a margine di un conflitto che dura da pochi mesi ma che sembra aver prodotto danni pari a una guerra che si protrae da anni. E, come successo in Afghanistan, la reazione del popolo libico non stenterà a farsi sentire.
Il sostegno ai ribelli sostenuti dalla CIA e ora armati e affiancati dalla NATO sembra essersi infatti tramutato in un susseguirsi di sevizie e orrori per le famiglie libiche. La città per ora più colpita sarebbe Misurata, da cui ci giunge notizia di stupri sistematici di gruppo non da parte dei seguaci o dei mercenari al soldo di Gheddafi. No. A essersi macchiati di indicibili violenze sarebbero proprio i tanto osannati ribelli con la complicità dei soldati della NATO. Coloro che si sarebbero rivoltati contro il Colonnello in nome della “libertà” e della “democrazia”. Coloro ai quali i Media ci hanno invitato a guardare come il miglior prodotto della primavera araba che sta scuotendo il Nord Africa. Dietro al canto di speranza delle sirene anglosassoni si nasconde l’orrore che gli interessi economici hanno svegliato: sono stati armati dei comuni cittadini che si sono rivelati dei sanguinari proprio come i fedeli o i mercenari di Gheddafi. E, peggio ancora, al loro fianco agirebbero le milizie della NATO.
Un articolo di Susan Lindauer ha reso pubblico il risultato della delegazione d’indagine in visita a Tripoli. A farsi portavoce delle violenze registrate sul territorio libico Joanna Moriarty. Non si tratterebbe di abusi effettuati da “mele marce”, ma di violenze sessuali quotidiane adottate come un vero e proprio metodo di guerra ordinario nelle città ormai in mano ai ribelli. Un metodo che avrebbe come scopo quello di terrorizzare i civili fedeli a Gheddafi o neutrali. I ribelli, secondo il racconto della Moriarty, starebbero setacciando casa per casa Misurata chiedendo agli abitanti se sono a favore della NATO. Chi preferisce, per paura, astenersi si ritrovato murato vivo in casa e destinato a morire lentamente di fame. Chi, invece, viene giudicato un “lealista” – ovvero a sostegno del Colonnello – viene trascinato fuori dalla propria abitazione: i militari allontanano le donne e i bambini dagli uomini. Le donne vengono poi sottoposte a violenze di ogni genere. In particolare le più giovani, vengono stuprate e poi uccise dai ribelli e dai soldati della NATO. Le testimonianze riportano di torture di ogni genere sulle giovani: a Misurata uno dei leader della NATO avrebbe ordinato ai sottoposti di tagliare i seni alle vittime di stupro ancora vive davanti agli occhi della altre ragazze.
Questo genere di efferatezza senza possibilità di giustificazione alcuna è già stato ribattezzato come “le feste degli stupri”: i militari rapiscono e violentano le giovani donne spesso sotto l’abuso di alcol. Gli eventi sono già stati paragonati ai “campi degli stupri” serbi, non fosse che oggi a macchiarsi di simili crimini è proprio chi dovrebbe invece proteggere i civili: la NATO.
La totale perdita di controllo da parte delle milizie NATO è paragonabile agli orrori perpetuati da un Milosevic o da un Mladic. Solo che oggi non saranno i Media internazionali a occuparsi delle feste degli stupri libici, a confermare o negare dopo adeguate indagini la veridicità delle confessioni raccolte dalla Moriarty. Perché la storia viene riscritta dai vincitori e, sebbene la resistenza di Gheddafi, la NATO non permetterà mai alle proprie truppe di lasciare il Paese senza aver detronizzato il Colonnello. A rischio che la Libia finisca a brandelli come l’Afghanistan.
Ma, soprattutto, l’Occidente non permetterà che violenze di tal genere possano macchiare uno dei tanti conflitti che rientrano nella “guerra perpetua” necessaria per ottenere la pace e la democrazia nel Mondo.
Ovviamente, MADE IN USA.

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